Un dialogo rurale al Parlamento Europeo

Il museo del Novecento presenta la mostra Landscape, Nature, and Rural Labour a Bruxelles

Immergersi in un viaggio tra fotografie che dialogano tra di loro in una sequenza esclusiva e interessante. Fino al 21 novembre alla sede del Parlamento Europeo a Bruxelles ci sarà la mostra Landscape, Nature, and Rural Labour, a cura di Sergio Risaliti. Il progetto riunisce una selezione di opere provenienti dalle collezioni del Museo Novecento e del Museo de’ Medici di Firenze con nove fotografie di Dario Garofalo.

 

L’esposizione rappresenta un focus tra arte, paesaggio e lavoro rurale. È una rappresentazione del panorama italiano attraverso epoche diverse, indagando il rapporto in continua evoluzione tra natura, espressione artistica e vita rurale. Il tutto si snoda in un interessante intreccio tra arte e ambiente, mettendo in luce il ruolo centrale dell’agricoltura, in particolare della viticoltura, come elemento fondante dell’identità culturale e visiva italiana.

Tradizione e cultura in mostra

«Per la prima volta la città di Firenze porta una mostra nella sede del Parlamento Europeo, nella casa dei cittadini europei. Un messaggio fortissimo di cui sono grato alla sindaca Funaro, all’assessore Bettarini, al direttore Risaliti e a MUSE. Unire cultura e tradizioni agroalimentari significa rilanciare in modo moderno una relazione antica tra territorio, storia, identità e tradizione», commenta Dario Nardella, commissione agricoltura al Parlamento Europeo.

 

«La mostra evidenzia come la viticoltura rappresenti un elemento fondati dell’identità culturale e paesaggistica italiana ed europea, espressione di una relazione profonda tra comunità, territorio e tradizioni. Come europarlamentari vogliamo tutelare, sostenere e rafforzare il settore vitivinicolo, promuovendo politiche che coniughino competitività, sostenibilità e semplificazione normativa, a difesa delle eccellenze agricole e della qualità del Made in Italy. Il nostro impegno a Bruxelles va nella direzione di valorizzare le nostre produzioni, preservarne l’unicità e consolidarne il ruolo nel mondo, in una prospettiva di sistema Paese», dichiara Salvatore De Meo, commissione agricoltura al Parlamento Europeo.

 

Un dialogo tra immagini

«Portare una parte così significativa della nostra identità culturale, artistica e rurale al Parlamento Europeo di Bruxelles, significa portare nel cuore dell’Europa una riflessione profonda e attuale sul legame indissolubile tra arte, paesaggio e lavoro, il rapporto che ha plasmato l’Italia e in particolare la Toscana nei secoli. La mostra è un dialogo aperto, schietto e necessario sull’evoluzione del paesaggio e su come abbia influenzato l’evoluzione artistica», sottolinea Giovanni Bettarini, assessore alla cultura del Comune di Firenze.

Bellezza e armonia

L’obiettivo della mostra è stato quello di evidenziare il legame stretto tra arte, paesaggio e agricoltura, un vincolo reciproco all’insegna della bellezza, dell’armonia e del benessere.

 

«È un onore aver collaborato con l’on. Nardella e l’on. De Meo che hanno sostenuto questo progetto riconoscendone il valore scientifico e di promozione di un territorio e delle sue eccellenze. In questa mostra si intrecciano espressioni artistiche e documenti storici che uniscono il passato alla contemporaneità: il buon governo e la civiltà del buon vivere si fondano sulla conoscenza dei territori, sulla trasmissione dei saperi e sulla qualità delle produzioni», racconta Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento di Firenze.

 

Risaliti spiega nel dettaglio come si compone la mostra e cosa si può scoprire.

Dal bando del 1716, emanato dal granduca Cosimo de’ Medici, il primo nella storia ideato a tutela della produzione vinicola, ai dipinti di Guttuso, Birolli e Rosai appartenenti alla collezione del Museo Novecento, donata al Comune dal noto collezionista Alberto Della Ragione negli anni Settanta. Si potranno ammirare le fotografie di Dario Garofalo: poetiche nature morte che esaltano, tra ombre e luci, le forme e i colori creati dalla natura e dall’uomo tra le colline e i vigneti della Toscana e non solo. Infine, altrettanto suggestive sono le immagini che esaltano il microcosmo e i processi di sublimazione organica che l’occhio artistico di Garofalo sa cogliere e celebrare con innegabile sensibilità.

 

«Portare a Bruxelles queste testimonianze significa far parlare, nel cuore d’Europa, una civiltà che nei campi ha seminato bellezza. I Medici seppero intendere l’agricoltura come un linguaggio politico e morale, capace di unire arte, scienza e governo. Da quella visione nacque anche il bando del 1716, primo nel mondo a riconoscere nel vino un bene da tutelare per origine e qualità», aggiunge Samuele Lastrucci, direttore del Museo de’ Medici.

 

Foto ©Dario Garofalo

 

 

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