Trovarsi nel luogo giusto ma nel momento giusto. Un dolore che ci porta a vivere una distrazione. Quell’errore che stiamo per compiere. Un momento di distrazione che può cambiare la vita. È possibile cancellare qualcosa che ci ha sconvolto così tanto? Siamo davvero capaci di voltare pagina, anche a discapito di qualcuno, pur di vivere la vita che sognavamo per noi e la nostra famiglia? Giurato numero 2 ci mette di fronte a una serie di interrogativi e lo fa in maniera magistrale, attraverso la regia di un nome che non ha bisogno di presentazioni, Clint Eastwood. Una produzione Dichotomy e Malpaso Production, Giurato Numero 2 uscito in sala il 14 novembre distribuito da Warner Bros. Pictures.
Un legal thriller che vi farà tenere il fiato sospeso fino alla fine. È proprio questa la tensione che crea il premio Oscar Eastwood dirigendo una sceneggiatura di Jonathan Abrams. Il film, prodotto da Eastwood, Tim Moore, Jessica Meier, Adam Goodman e Matt Skiena, con David M. Bernstein, Ellen Goldsmith-Vein, Jeremy Bell come produttori esecutivi, scava nell’animo del protagonista, Nicholas Hoult, mostrandoci le sue diverse sfaccettature. Accanto ad Hoult vediamo Toni Collette, J.K. Simmons, Chris Messina, Gabriel Basso, Zoey Deutch, Cedric Yarbrough, Leslie Bibb, Kiefer Sutherland.
Giurato numero 2 racconta le vicende del padre di famiglia Justin Kemp che, durante il suo compito di giurato in un processo per omicidio di alto livello, si trova combattuto da un serio dilemma morale. Influenzare il verdetto della giuria e potenzialmente far condannare o far assolvere l’uomo accusato di omicidio.
La squadra che ha lavorato dietro Giurato numero 2 include i più fedeli collaboratori di Eastwood, come il direttore della fotografia Yves Bélanger, lo scenografo Ron Reiss, i montatore Joel Cox e David Cox, la costumista Deborah Hopper; mentre Mark Mancina ha creato la colonna sonora.
Clint Eastwood torna a dirigere il suo 42º film e lo fa con la sua incredibile maestria. In Giurato numero 2 niente è lasciato al caso, dall’esaltazione dei particolari alla minuziosa intensità con la quale si intraprende un dialogo silenzioso con lo spettatore. Sì, perché in un thriller psicologico così avvincente come questo è impossibile non sentirsi in qualche maniera chiamati in causa, interrogarsi sulle scelte del protagonista e sulla situazione che si trova a vivere. La moralità che si scontra con la voglia di continuare a vivere la propria esistenza. La ricerca della giustizia e della verità di fronte all’umanità sono talmente forti che sfociano poi in una precisa domanda: cosa faresti tu?
È l’aula di tribunale dove si svolge gran parte della storia ma sono poi i racconti, i flashback che ci danno la dimensione e l’impatto incisivo con la trama del film.
«È un film che guarda con attenzione alla zona grigia, a tutto ciò che accade tra il bianco e il nero della vita quotidiana e si spera che faccia pensare a cosa fareste voi nei suoi panni», racconta il leggendario regista.
Eastwood, attraverso una sceneggiatura complessa, vuole stimolarci a interrogare la nostra coscienza e capire quanto siamo disposti a far emergere la verità anche a discapito della nostra vita.
Foto © Warner Bros. Entertainment Inc.
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Alessandra Caputo
Ordine dei Giornalisti del Lazio
Tessera n. 073603
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