Il Signore degli Anelli – La Guerra dei Rohirrim

Viaggio di ritorno nella Terra di Mezzo

Quel che è stato detto e raccontato. Quel che è stato letto e divulgato. Un testo scritto e mai interpretato. Parole che non sono state rivelate e fremono dalla necessità di farsi conoscere. Pulsa da quelle terre che tutti conoscono e brama dal desiderio di raccontare la sua storia di coraggio e rivincita, di speranza e valore, di femminilità e potere. Siete pronti a tornare nella Terra di Mezzo? L’attesa è finita, il 1º gennaio esce al cinema Il Signore degli Anelli – La guerra dei Rohirrim, firmato dal pluripremiato regista Kenji Kamiyama e distribuito da Warner Bros. Pictures.

La Terra di Mezzo conosce bene la storia della Guerra dell’Anello, ma quasi 200 anni prima c’è una storia più antica, affascinante, coinvolgente e avventurosa che aspettava di essere raccontata.

Héra, carattere e femminilità

Il pubblico sarà catapultato nel mondo epico della trilogia de Il Signore degli Anelli, basata sui celebri libri di J.R.R. Tolkien.

Ambientato 183 anni prima degli eventi conosciuti nella trilogia originaleIl Signore degli Anelli – La Guerra dei Rohirrim racconta il destino della Casata di Helm Hammerhand, il leggendario Re di Rohan.

E lo fa in una maniera insolita, attraverso gli occhi di una giovane eroina, Héra. Bella e affascinantefemminile e caparbiaHéra non rimarrà impressa soltanto per la sua avvenenza fisica, ma per il suo carattere, il coraggio, la voglia di rivalsa e di mostrare di potercela fare, senza un uomo al suo fianco.

Questa giovane donna il suo valore, la sua tenacia li mostra nelle sue azioni e nelle sue scelte, nel suo sguardo deciso e nel suo indomito ardire, affrontando le sue paure.

La storia

Un attacco improvviso da parte di Wulf, un signore di Dunlending intelligente e spietato in cerca di vendetta per la morte del padre, costringe Helm e il suo popolo a fare un’audace ultima resistenza nell’antica roccaforte di Hornburg, una possente fortezza che in seguito verrà conosciuta come il Fosso di Helm. Héra, la figlia di Helm, troverà la volontà di guidare la resistenza contro il nemico.

La squadra dietro al progetto

Il film firmato da Kamiyama è prodotto da Philippa Boyens, dal team di sceneggiatori delle trilogie de Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit, insieme a Jason DeMarco e Joseph Chou che, oltre ai numerosi progetti di animazione individuali, hanno collaborato alla serie Blade Runner: Black Lotus.

I produttori esecutivi sono Fran WalshPeter JacksonSam RegisterKen KaminsCarolyn Blackwood e Toby Emmerich. La sceneggiatura è opera di Jeffrey Addiss & Will Matthews e Phoebe Gittins & Arty Papageorgiou, da una storia di Addiss & Matthews e Boyens, basata sui personaggi creati da J.R.R. Tolkien.

Il team di filmmaker autore del film comprende anche Alan Lee Richard Taylor, insieme allo stimato illustratore di Tolkien, John Howe. Le musiche sono di Stephen Gallagher, curatore delle musiche della trilogia de Lo Hobbit di Peter Jackson.

Il mondo di Tolkien

Tolkien non ha costruito soltanto una storia. Ha inventato un linguaggio e un mondo di fantasia che è diventato fonte di ispirazione per le generazioni successive. La complessità dei suoi testi, la vastità dei temi e la particolarità della storia sono intoccabili. Le sue idee e la sua scrittura restano indelebili e durature negli anni, non conoscono uno stallo.

Questa è l’arte geniale di Tolkien. E mettere mano a una storia non è mai semplice. Il Signore degli Anelli – La Guerra dei Rohirrim riesce però a non intaccare la storia che conosciamo, ma anzi ha la potenza di arricchire, incuriosire e impressionare positivamente lo spettatore, anche quello più esigente. Lo stile anime conferisce un’immagine e un impatto.

L’ispirazione

«Sono un appassionato di libri ma è stata la trilogia dei film di Peter Jackson ad avere un impatto su di me. Ho voluto considerare anche la prospettiva dei fan che seguono il franchise. La storia della Guerra dei Rohirrim è potente e mi ha attratto davvero. È un racconto molto breve, solo una pagina nell’Appendice, eppure tanto forte da avere le caratteristiche per diventare una grande storia», spiega Kenji Kamiyama.

Le storie non raccontate

«In una delle sue lettere il professor Tolkien disse che forse alcune delle storie più interessanti sono quelle che non vengono raccontate. Gli è sempre piaciuto il mistero. Così siamo tornati nel mondo più ampio dei libri e abbiamo tirato fuori tutto, comprese alcune parti della storia che accadono ai margini. Quando è nata l’idea dell’anime ho pensato a questa particolare storia. Mi ha parlato a tanti livelli», confida Philippa Boyens.

La costruzione di un anime

«Nella progettazione dei personaggi mi ci è voluta molta immaginazione per entrare nel loro background. Con la guida di Philippa che conosceva tutti i dettagli di questo mondo, siamo stati in grado di dare forma alla storia e progettare ogni personaggio. Adattando la storia alle immagini», aggiunge il regista.

Il coraggio delle decisioni

Il film è fedele all’universo di Tolkien, ma ci concede la possibilità di spaziare verso altri aspetti interessanti. Conosciamo Héra, che nella scrittura di Tolkien non aveva ancora un nome. Scopriamo una principessa dallo spirito coraggioso e selvaggio, onesta e fedele a sé stessa, forte e saggia. Héra è il focus più avvincente sul quale punta il film e che vi concederà una chiave di lettura differente alla storia ma che, in qualche maniera, poi si ricongiungerà a quel che conosciamo.

Foto © Warner Bros. Pictures

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Alessandra Caputo

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