Lo sguardo, il sorriso, quel fascino inconfondibile del tipico ragazzo del quale non devi innamorarti e per il quale inevitabilmente perdi la testa. Negli anni Novanta, quando Luke Perry è apparso per la prima volta in Beverly Hills 90210, non nell’episodio pilota, ma nel primo della serie, tutte ci siamo innamorate di lui, abbiamo sognato di essere Brenda e immaginato di poter vivere un giorno un amore tormentato, passionale e unico come quello.
Luke Perry nella sua carriera, breve e intensa, non è stato soltanto Dylan McKay, sono tanti i ruoli che hanno caratterizzato il suo percorso fino alla prematura scomparsa.
Il documentario I am Luke Perry, in prima visione su Sky Documentaries il 15 novembre alle 22.50 e disponibile in streaming solo su NOW e on demand, racconta l’ascesa di Luke Perry: da ragazzo di provincia a icona di Hollywood, attraverso storie inedite, ricordi di famiglia e testimonianze dei suoi colleghi più cari. Un omaggio, un ricordo, una riflessione verso un talento senza tempo.
Il lungometraggio è prodotto dall’amico e co-protagonista di Beverly Hills, 90210 Jason Priestley, che celebra la vita di un talento generazionale: un uomo dalle umili origini, capace di emergere dall’anonimato di una piccola città per diventare un sex symbol di Hollywood e un’icona della cultura pop.
Timido, semplice e riservato, Luke non si è mai visto nel ruolo di sex symbol.
Dal ruolo che lo ha consacrato come Dylan McKay in Beverly Hills, 90210 ai suoi film più impegnativi come Normal Life e 8 Seconds, fino alle interpretazioni più mature in Riverdale e in C’era una volta a… Hollywood di Quentin Tarantino, Luke Perry ha costruito una carriera autentica.
Il documentario mette in evidenza Luke come artista umile e instancabile, desideroso di superare l’etichetta di “teen idol” per affermarsi come attore maturo e rispettato, il cui lavoro ha toccato milioni di persone.
Attraverso una selezione di fotografie e filmati, sia inediti che iconici, provenienti da archivi privati e collezioni internazionali, e grazie a nuove interviste con colleghi, amici e registi, tra cui si annoverano Stephen Baldwin, Jason Priestley, Marisol Nichols e Timothy Olyphant, che lo hanno accompagnato nei suoi trent’anni di carriera, il film ripercorre sia la vita che il suo percorso come attore.
Quando sei un idolo dei teenager si dà troppo spesso per scontato che la bravura possa passare in secondo piano. Luke Perry voleva dimostrare di essere altro, oltre al personaggio di Dylan Mckay.
«Era mosso da una grande creatività e voleva fare sempre di più», ricorda l’amico Jason Priestley nel documentario.
Emerge la sua autenticità come persona e come attore, attraverso le tante interpretazioni, l’amore per i film western e quella normalità della quale voleva circondarsi, totalmente distante dall’idea di star con la quale è stato identificato.
I am Luke Perry è un documentario toccante e interessante, sincero e lineare che tocca emotivamente chiunque abbia un ricordo legato al suo percorso attoriale e alla genuinità che più lo ha caratterizzato.
Dietro al progetto
Una produzione CW Original Network Entertainment, I am Luke Perry è scritto e diretto da Adrian Buitenhuis e ha come executive producer Ali Pejman, Tim Gamble, Erik Dekker, Adrian Buitenhuis, Rob Lee, Brian Gersh, Derik Murray, Kent Wingerak, Paul Gertz, Greg Zeschuk e Jason Priestley ed è prodotto da Stephen Sawchuk e Gemma Strongman.
Foto ©️PromoImage – Sky
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Alessandra Caputo
Ordine dei Giornalisti del Lazio
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