Mostra Camilleri, il teatro infinito

Testimonianze, documenti, fotografie per celebrare lo scrittore siciliano

La sala Walter Mauro di Palazzo Firenze, a Roma, inaugura il 22 ottobre la mostra Scene, voci, accenti, scritture: il teatro infinito di Andrea Camilleri.

La mostra, a cura dello storico della letteratura italiana Giulio Ferroni e dell’Unità Organizzativa Cultura della Società Dante Alighieri, è realizzata dalla Società Dante Alighieri in collaborazione con il Fondo Andrea Camilleri e con la produzione di Arthemisia

 

Un’audioguida, con la voce di Marco Presta, allievo di Camilleri all’Accademia nazionale d’arte drammatica, conduce alla scoperta dell’esposizione. L’obiettivo è quello di indagare la figura dello scrittore siciliano, andando oltre il celebre Commissario Montalbano. Ci si potrà fermare a riflettere in un interessante percorso suggestivo tra documenti originali, fotografie, lettere, copioni, edizioni rare e materiali audiovisivi. La mostra è organizzata in sei sezioni tematiche per ripercorrere la vita e l’opera di uno degli autori più amati del Novecento.

Il teatro della vita

Camilleri, come già Pirandello, ha concepito il mondo come un grande palcoscenico dove voci, accenti e scritture si sono intrecciate in un teatro infinito. È in questo contesto che impariamo ad ascoltare le voci, le differenti pronunce, il linguaggio che cambia in diverse situazioni al pari degli accenti, concedendo una visione differente per qualsiasi personaggio. Camilleri è rimasto sempre in ascolto attraverso una presenza costante negli aspetti della vita del mondo.

 

L’universo creativo di Camilleri non si identifica in una sola disciplina, come anche la sua vasta rete di contatti e rapporti personali con tanti protagonisti della vita culturale italiana.

La mostra di Palazzo Firenze percorre e svela la coerenza di un impegno culturale e artistico, quello dell’autore, dalla sua formazione giovanile alla consacrazione internazionale, attraversando il suo impegno per il teatro, la radio, la televisione, la narrativa e l’arte visiva dalla metà del Novecento per approdare ai primi operosi lacerti del nuovo secolo/millennio. 

 

Il percorso espositivo si chiude con gli anni della definitiva affermazione di Andrea Camilleri e con la rievocazione del monologo Conversazione su Tiresia, pronunciato nel 2018 nel Teatro Greco di Siracusa un anno prima della sua scomparsa. In questa occasione, l’autore ha suggellato la trasformazione della sua voce e del suo pensiero, sempre lucidi e critici, nel simbolo stesso di una vitalità rimasta creativa e brillante fino alla fine. 

Sarà possibile visitare la mostra dal 23 ottobre al 9 novembre 2025, con orario dal lunedì al venerdì (ore 10.00 – 18.00), sabato e domenica (ore 10.00-14.00), mentre resterà chiusa sabato 1° e domenica 2 novembre. 

Le sezioni

La famiglia, la scuola, le letture e le scoperte 

La prima sezione ci porta nell’intimità del giovane Camilleri mostrando foto di famiglia, quaderni scolastici e le prime poesie autografe (1939–1941) accanto alle edizioni di Montale e Saba che ne hanno influenzato la scrittura. Due curiosi documenti ottocenteschi, ritrovati da lui tra le carte di casa, diventeranno spunto, molti anni dopo, per due celebri romanzi: La bolla di componenda e La concessione del telefono

 

Poeta o regista?  

La seconda sezione parla di Camilleri poeta e intellettuale nel secondo Dopoguerra, attraverso lettere di Alba de Céspedes ed Elio Vittorini, taccuini del 1943 e 1945, e con la poesia Morte di Garcia Lorca, premiata nel 1950, periodo in cui l’ingresso del giovane Andrea all’Accademia d’arte drammatica di Roma ne apre la lunga carriera teatrale. 

 

Sulla scena teatrale: tra Beckett e Pirandello

Due bacheche raccontano il Camilleri regista: dal sodalizio con Orazio Costa alle regie di Beckett, Pirandello e Ionesco, documenti, recensioni e copioni testimoniano la sua passione per il teatro dell’assurdo e ripercorrono la sua attività televisiva, dove spicca la produzione di una serie dedicata a Eduardo De Filippo. 

 

Era La Rai: Radio e Televisione

Camilleri autore per la RAI è narrato da lettere, copioni e sceneggiature radiofoniche e televisive come quelle del Versificatore (in mostra una lettera di Primo Levi), di Western di cose nostre (di Sciascia) e delle due serie Il tenente Sheridan e Maigret

 

Un inesauribile narrare

Due bacheche esplorano la nascita del Camilleri narratore: dal dattiloscritto Mani avanti (1967–68) a Il corso delle cose (1978), fino all’invenzione poliziesca di Montalbano. Il focus è posto sul personalissimo stile linguistico e narrativo, con lettere editoriali, traduzioni e un glossario siciliano redatto dallo stesso autore. 

 

Forme della visione

La dimensione visiva è centrale nell’ultima sezione: i volumetti di Camilleri su Caravaggio, Guttuso e Renoir rivelano il suo interesse per l’arte. La mostra si chiude con la rievocazione del monologo Conversazione su Tiresia, che lui stesso recitò nel Teatro greco di Siracusa nel 2018. 

Materiali audiovisivi selezionati e provenienti da Rai Teche, Palomar e Fondo Camilleri completano il percorso: interviste, reportage e apparizioni televisive, tra cui il tenero servizio del Tg2 del 1996, il programma “Scrittori da marciapiedi”, il dialogo con Patrizio Roversi in “Per un pugno di libri” e il backstage realizzato in occasione della produzione dello spettacolo Conversazione su Tiresia

L’iniziativa si inserisce nel programma del Centenario Camilleri promosso dal Fondo Andrea Camilleri con il Comitato Nazionale Camilleri 100. 

 

Foto copertina ©Fabrizio Villa – ritratto giovanile ©Fondo Andrea Camilleri

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Alessandra Caputo

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