Una chiacchierata con Hazel Riley e Karim B

Singolarmente sono due scrittrici besteller, insieme sono pronte a raggiungere nuovi obiettivi scalando le classifiche natalizie

Giovani, dinamiche, amatissime. Hazel Riley e Karim B. sono due scrittrici italiane che ottengono successi a ogni uscita in libreria e questa volta si sono unite per realizzare un romance calendario dell’Avvento particolare e originale, But Santa I love him un libro-gioco natalizio, pubblicato da Sperling&Kupfer, che nasconde un’avventura romantica tutta da scoprire. Le abbiamo incontrate e ci hanno raccontato com’è nata l’idea, qualche particolare sul loro stile e i prossimi progetti.

 

Com’è nata la collaborazione alla realizzazione di questo romanzo?

Karim B: grazie alla nostra editor. Eravamo insieme in libreria, stavamo curiosando tra vari titoli e ci siamo ritrovate davanti a diversi calendari dell’Avvento. Ne ho preso in mano uno e lei, guardandoci, ha detto che ci vedeva benissimo a scrivere un libro a quattro mani. Siamo molto simili, molto amiche, e l’idea di un progetto così ci ha subito entusiasmate.

Hazel Riley: siamo amiche da prima di arrivare in libreria, quindi sicuramente ha giocato un ruolo importante il nostro legame. La nostra editor ha avuto l’idea di un libro calendario dell’avvento, proprio mentre era con noi dopo un evento, e riflettendo sul nostro modo di scrivere e approcciarci alla scrittura ci ha chiesto se ci andasse di farlo insieme.

 

Ispirazione, idee, caratteri dei personaggi. Come siete riuscite a mettere insieme i vostri modi di scrivere e organizzare il lavoro al meglio. Dallo scheletro iniziale alla realizzazione finale, qual è stato il percorso?

KB: siamo partite costruendo prima la trama generale, una struttura ampia che contenesse tutto l’impianto della storia. Poi ognuna ha sviluppato il proprio schema narrativo e la propria coppia, lavorando sui personaggi singolarmente per poi incastrare tutto insieme. Il risultato è stato un intreccio naturale, perché i nostri modi di scrivere si combinano bene: abbiamo gusti simili, ma approcci differenti che si completano.

 

HR: c’è stata una prima fase di discussione e raccolta delle idee. Avendo 24 giorni prima del Natale e quindi 12 capitoli a testa non potevamo creare qualcosa di eccessivamente lungo o prolisso, quindi è stato anche più facile fare una cernita e selezionare i dettagli che ci servivano. Abbiamo sempre scritto insieme, in videochiamata, ma ognuna si occupava della sua parte di storia. Di tanto in tanto ci consultavamo sui personaggi o su alcuni dettagli della trama, per assicurarci di essere allineate. L’editing è stata la parte davvero ostica, invece. C’è stato un momento in cui abbiamo dovuto passare a Word online, che ti permette di condividere un documento con chi scegli tu, in modo da vedere le modifiche e i commenti in tempo reale. Senza quello sarebbe stato più complesso.

 

 

 

Punti di forza che trovate nell’altra, sia a livello creativo e personale.

KB: il punto di forza di Hazel è la capacità di trasmettere emozioni in modo sincero e diretto, e soprattutto quella di far ridere il lettore. L’umorismo non è una cosa che tutti sanno gestire, lei conosce i tempi giusti, i punti su cui spingere, e riesce a passare senza sforzo dalla battuta alla profondità. È un talento raro e dà alla storia una luce tutta sua. Questo è un suo dono anche nella vita vera.

HR: di Sara mi piacciono molto i dialoghi, il modo in cui fa interagire i suoi personaggi. Sono sempre frizzanti e freschi, molto da rom-com, in effetti. Interazioni reali, che non è facile trovare in testi romanzati. Motivo per il quale credo che questo genere, sebbene diverso da quello della sua saga Limitless, le si addica particolarmente e sono certa che potrebbe scrivere altri libri simili senza sforzo.

Qual è il messaggio che nascondete tra le pagine del libro diretto a chi leggerà questo speciale calendario dell’Avvento in versione romance?

KB: non c’è nulla di male nel lasciarsi andare a nuove esperienze. A volte fa paura, certo, ma ogni tanto è giusto rischiare, uscire dai propri schemi, dalla propria comfort zone e fare dei salti nel vuoto. È proprio facendo quel passo in più che arrivano le avventure più belle e le sorprese migliori.

HR: Per quanto riguarda la mia coppia, il messaggio che volevo trasmettere è, banalmente, che l’amore deve essere semplice. In una realtà in cui si gioca sui social e virtualmente, con i like, il ghosting, i tempi di attesa tra i messaggi, l’indecisione sull’uscire insieme, lo sparire dopo il primo appuntamento e persone che non vengono trattate con rispetto, io credo fortemente che l’amore debba essere una cosa molto meno complessa e architettata. Meno studiata, e più vissuta con naturalezza e sincerità. Essere spontanei nei rapporti con gli altri, senza preoccuparsi di non dimostrare e mostrarsi troppo.

 

Attrazione, scintille, amore. Qual è l’aspetto che più vi rappresenta quando scrivete un romanzo?

KB: la fase che amo di più è quella della tensione, dell’attrazione che sta per esplodere. I battibecchi, le provocazioni, le risposte a tono. Quel gioco lì per me è fondamentale. Deve esserci complicità: quel legame sottile che si sente anche quando i personaggi fanno finta di detestarsi.

HR: l’amore per me è una cosa pura, un regalo che ci è stato fatto e che va trattato di conseguenza. Non mi piacciono gli amori difficili, non mi piacciono gli indecisi e ancora meno i giochi, quando si tratta di sentimenti e rapporti umani.

 

 

Il percorso narrativo di una scrittrice può coincidere anche con uno sguardo molto personale, dentro se stessi. Facendo riferimento a quest’ultimo romanzo, che cosa avete scoperto dentro di voi e magari cosa avete trovato nell’altra che prima non conoscevate

KB: scrivere questo romanzo è stato anche un percorso personale. Quando lavori a quattro mani inevitabilmente ti metti a nudo, creativamente e non solo. Ho scoperto che posso lasciarmi andare molto più di quanto pensassi, senza avere sempre tutto sotto controllo. Ho imparato a fidarmi, non temere che un’idea venga modificata e, anzi, accorgermi di quanto possa diventare più ricca quando c’è una seconda mente che la tocca. Di Mary ho capito ancora di più quanto sappia ascoltare, comprendere e sostenere. È stato bello rendersi conto che, oltre l’amicizia, c’è anche una sintonia creativa.

HR: credo di aver scoperto il piacere di scrivere in compagnia. Dopo tutte le sere passate in videochiamata insieme, ciascuna a scrivere sul proprio computer, ho scoperto che la scrittura non deve essere per forza solitaria. La vedevo come un’attività da fare da sola, al buio della mia camera o sul terrazzo nelle notti d’estate. Mi piaceva che fosse un momento solo mio, in cui nessuno mi stesse attorno. Invece, questo libro mi ha fatto rendere conto che amo la compagnia, soprattutto se è di amiche che condividono lo stesso amore per la scrittura e che ti donano dei momenti di pausa leggeri e divertenti.

 

Il Natale perfetto

KB: quello che vivevo da piccola. La casa piena di parenti, il rumore delle voci sovrapposte, le risate, il profumo del cibo e quella sensazione inconfondibile che tutto fosse speciale. Da bambina avvertivo molto di più l’energia del Natale, quella magia che ti resta addosso anche solo pensando alle lucine o alla tavola imbandita. Crescendo le cose cambiano, ma credo che la chiave del Natale perfetto resti la stessa: stare in famiglia, con le persone che ami, ritrovare un po’ di quella semplicità e di quell’atmosfera che ti faceva brillare gli occhi quando eri piccola.

HR: un albero altissimo, che tocca il soffitto, completamente avvolto da luci argentate e bianche. Tanto cibo buono. Le risate delle persone che ami. E magari qualche libro da spacchettare.

 

Il vostro prossimo progetto, insieme magari e anche singolarmente

KB: non so se scriveremo ancora insieme, ma sarebbe sicuramente piacevole abbracciare un altro periodo iconico come il Natale e giocarci un po’. Come progetti futuri ho in mente di sperimentare generi che non ho ancora toccato, mantenendo sempre la chiave romance perché resta la mia parte preferita.

HR: insieme non c’è nulla, al momento, ma sarei molto felice di replicare quello che abbiamo fatto con But Santa I Love Him. Da sola… ne ho tanti. La mia testa è un armadio a due ante pieno di idee accatastate in maniera disordinata, come vestiti che lanci dentro senza piegare. Sicuramente, queste idee riguardano sempre il genere romance con tinte mystery, e magari qualche elemento di mitologia.

 

Foto © Sperling&Kupfer

 

 

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